Il ciclo dello Stress

Vi siete mai domandati perchè lo stress, soprattutto se cronico, fa male?

Non tutto lo stress è negativo. Un certo livello di stress è infatti positivo, perchè ci fornisce la motivazione ad andare avanti con i nostri progetti e l’energia necessaria per raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo livello di stress positivo viene chiamato “eustress” e si accompagna a cambiamenti psico-fisici (quali maggiore energia e attenzione focalizzata) che sostengono le nostre attività e mantengono uno stato di salute e benessere. 

Il problema giunge quando lo stress (o almeno lo stress percepito) raggiunge un livello in cui la nostra risposta fisiologica all’evento stressante diventa di per sè negativa per il nostro benessere psico-fisico. Si parla allora di “distress”.

Quando il nostro organismo si prepara a rispondere ad una situazione percepita come stressante, utilizza esattamente la stessa risposta che monterebbe se fosse in grave pericolo, ossia una risposta di sopravvivenza.

Nel prepararsi a combattere o fuggire (per esempio da un pericolo, quale poteva essere, nell’età della pietra, una tigre dai denti a sciabola), il nostro corpo, senza nessun intervento da parte della nostra volontà, comincia ad attivare una serie di cambiamenti fisiologici, che lo aiutano a fronteggiare o sfuggire al pericolo. Per esempio il battito cardiaco e la pressione arteriosa aumentano, per far arrivare più circolazione sanguigna alle gambe (per fuggire o attaccare) e alle braccia (per colpire o difendersi), le spalle e il collo si contraggono (le spalle si portano sù per attaccare e/o difendersi), la respirazione diventa più rapida e superficiale, e si sposta a livello del torace (per facilitare lo scambio gassoso a livello dei polmoni), maggior glucosio viene rilasciato nel sangue a partire dai depositi nel fegato (per avere più energia per le azioni da compiere). Inoltre la circolazione sanguigna si riduce a livello della pelle (semmai si dovesse venir feriti, il sanguinamento sarebbe ridotto), a livello dell’apparato digestivo (è più importante difendersi, che non digerire!) e dell’apparato riproduttivo (la procreazione viene rimandata a tempi migliori). Anche il funzionamento del sistema immunitario viene ridotto, perchè non necessario al momento.

Questa risposta complessa che il nostro organismo articola in condizione di pericolo di vita, viene attivata, a livelli di intensità diversa, anche se il pericolo (percepito) è un pensiero negativo o una conversazione con il proprio capo. 

Se lo stress persiste, e non viene rilasciato, diventa cronico e si può accompagnare ad una serie di disturbi psico-fisici, che probabilmente ora possiamo comprendere meglio, in luce della risposta allo stress del nostro organismo: tachicardia, ipertensione, tensione di spalle e collo, con possibiltà di vertigini o senso di testa vuota, mal di testa, difficoltà a concentrarsi, riduzione della memoria, un grande senso di irrequietezza, pre-diabete o diabete, problemi dell’apparato digerente, facilità alle infezioni, problemi di fertilità, problemi cutanei, dolori muscolari e uno stato emotivo che può andare dalla paura al panico, dalla rabbia alla furia. 

Cosa possiamo fare per fronteggiare lo stress della vita di tutti i giorni?

Quando lo stress è inevitabile (e non abbiamo ancora sviluppato l’ abilità di cambiare la nostra percezione dell’evento stressante), dovremmo almeno essere in grado di completare il ciclo dello stress, e tornare ad uno stato di calma e tranquillità. Quando il sistema nervoso si è attivato per la fuga o l’attacco (per esempio a causa di quella tigre dai denti a sciabola), teoricamente l’energia accumulata per montare la risposta, dovrebbe essere consumata nelle azioni di fuga o combattimento. Quando il pericolo (l’evento stressante) è superato, il sistema nervoso dovrebbe ritornare ad uno stato di calma e stabilità (il battito cardiaco si riduce, i muscoli si rilassano, il respiro si calma e diventa più profondo etc.), e solo così il ciclo dello stress si può dire completo. 

Cosa fare quindi per completare il ciclo dello stress ed evitare che lo stress diventi cronico? Sicuramente la prima cosa da fare, è imparare a riconoscere quei cambiamenti psico-fisici , che caratterizzano la nostra tipica risposta allo stress (tensione, nervosismo, fastidio allo stomaco, rabbia, paura etc) e che ci indicano che il nostro sistema nervoso si sta attivando o si è già attivato. Se siamo particolarmente agitati, fisicamente, mentalmente, emotivamente, (probabilmente la risposta allo stress è andata abbastanza avanti ), è necessario consumare l’energia prodotta in eccesso, per evitare che si accumuli sotto forma di tensione. Per esempio, potremmo andare a fare una corsa, agitarci sul posto (shaking), saltare la corda, camminare con un pò di intensità o qualsiasi attività che aumenti il ritmo cardiaco e respiratorio, per mimare la situazione in cui il corpo si troverebbe in caso di fuga o combattimento. Una volta rilasciata l’energia in eccesso, dobbiamo attivamente riportare il nostro sistema nervoso ad uno stato di calma, utilizzando qualsiasi strategia positiva che ci aiuti a rilassarci (per es. respirare profondamente, praticare Yoga, meditare, parlare con un amico/a, fare un bagno caldo, prepararsi una tazza di té, ascoltare della musica, abbracciare a lungo una persona cara, accarezzare un animale, cantare, etc), evitando invece quelle strategie a cui ricorriamo abiltualmente per attutire il senso di malessere creato dallo stress (mangiare dolci in eccesso, binge watching di serie televisive, lavoro senza tregua, alcol e droghe etc). Se riusciamo a riconoscere la risposta allo stress sul nascere, possiamo impedire che raggiunga il suo picco, e le strategie per calmarci potrebbero essere sufficienti, senza la necessità di un’attività fisica intensa. 


Come si presenta lo stress nel vostro corpo e nella vostra mente? Che strategie positive potreste utilizzare per calmarvi? Quali strategie, invece, dovreste smettere di usare? 

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La teoria polivagale e i disturbi legati allo stress e al trauma