Riflessioni sulla menopausa

Il periodo della perimenopausa e della postmenopausa può essere particolarmente intenso per alcune donne, costellato da una serie di sintomi, al punto che la menopausa nella letteratura scientifica viene descritta come un processo patologico, una malattia da curare, piuttosto che una transizione, seppur delicata, nella vita di una donna. 

A che cosa sono dovuti i disturbi durante la menopausa? La medicina occidentale ripone la colpa interamente sullo squilibrio ormonale, inizialmente le oscillazioni dei livelli di estrogeni e progesterone e poi, quando le ovaie vanno finalmente in insufficienza, il declino dei loro livelli. La menopausa quindi è praticamente  equiparata al fallimento di un organo, in questo caso delle ovaie,  come nel caso di diabete di tipo 1 ad esempio, in cui le cellule pancreatiche non producono più insulina, e di conseguenza l’approccio terapeutico che viene suggerito più spesso è quello sostitutivo. Oggi si sa che la terapia ormonale sostitutiva  con estrogeni può provocare l’insorgenza di tumori al seno, all’utero e alle ovaie, e quindi non è più consigliata. È  stata però sostituita dagli ormoni bio-identici, che vengono applicati per via cutanea, e che sicuramente danno beneficio, ma che tuttavia non vanno a risolvere il problema alla base. Allora ritorniamo alla domanda iniziale: a cosa sono dovuti davvero i disturbi della menopausa? Sono solo dovuti alla riduzione dei livelli di estrogeno prodotti dalle ovaie? Allora perchè alcune donne attraversano questa fase della vita senza alcun problema e per altre invece può essere un inferno,  se assumiamo che gli estrogeni si riducano in entrambi i casi? Sicuramente è importante considerare lo stato di salute con il quale si arriva a questa fase della vita.  

Leggevo che le donne sono tra le poche specie animali che vivono a lungo dopo la cessazione dell’attività riproduttiva. La menopausa è  quindi una scelta che la nostra fisiologia ha fatto per riceverne un vantaggio evolutivo. Ci sono alcune teorie secondo le quali, il vantaggio evolutivo é creato dal fatto che la donna in età senile, non dovendo preoccuparsi della propria progenie, può essere più di aiuto alla comunità, in particolare aiutando  con la crescita dei nipoti. Inoltre, dato che il rischio di mortalitá per la donna in gravidanza aumenta con l’età, l’eliminazione della funzione riproduttiva arrivate ad una certa età  garantirebbe un vantaggio  in termini di longevità.

Se quindi la menopausa, come fase di  transizione, è parte di un percorso fisiologico, perché oggigiorno è diventata davvero una malattia, in termini di  sintomi e disturbi? 

Se andiamo a vedere cosa succede a livello ormonale, è vero che  le ovaie smettono di produrre estrogeni e quindi i livelli circolanti si riducono, ma ciò non significa che tutti i tessuti non abbiano più estrogeni a disposizione (ricordiamo che  che gli estrogeni sono essenziali praticamente a tutti i livelli, non solo  a livello degli organi sessuali, ma anche della pelle, il sistema immunitario, il sistema muscoloscheletrico etc.).  Infatti anche dopo la menopausa gli estrogeni continuano ad essere prodotti in tutto il resto del corpo attraverso un processo chiamato di produzione intracrina (ossia all’interno delle cellule) , in cui ogni cellula, utilizzando un precursore presente nel sangue, produce e rilascia nello spazio interstiziale  il proprio estrogeno, che quindi poi si lega ai recettori della cellula stessa.  Quindi, in linea teorica, non dovremmo avere una carenza funzionale  di estrogeni durante la menopausa, dato che la produzione di estrogeni a livello periferico dovrebbe essere sufficiente a coprire i bisogni della donna, a patto che che si riconosca il cambiamento in atto e si adatti di conseguenza il proprio stile di vita.  Alcuni scienziati addirittura sospettano che il calo degli estrogeni circolanti durante la menopausa  sia funzionale  al fine di prevenire l’insorgenza di tumori.

Qual è il precursore degli estrogeni che circola nel sangue? È un ormone steroideo prodotto a livello della ghiandola surrenale, chiamato DHEA, che circola in una forma inattiva e poi viene convertito in estradiolo a livello dei tessuti. Il DHEA ha anche la funzione di controbilanciare gli effetti del cortisolo. 

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Rappresentazione schematica delle fonti surrenali (80%) e ovariche (20%) del deidroepiandrosterone (DHEA) nelle donne in postmenopausa.

Il DHEA diviene l’unica fonte di steroidi sessuali durante la menopausa.

GnRH, ormone di rilascio delle gonadotropine; E 2 , estradiolo; DHT, diidrotestosterone; CRH, ormone di rilascio delle corticotropine; LH, ormone luteinizzante.

Immagine presa da questo articolo

Sembra che i  livelli di DHEA declinino con l’invecchiamento, e sono anche negativamente associati ai livelli di colesterolo e allo stato di stress cronico. Ciò significa potenzialmente che, nelle donne con alti livelli di stress cronico o con ad esempio ipercolesterolemia (pensiamo ad una dieta ad alto contenuto di grassi saturi), i livelli di DHEA, precursore degli estrogeni periferici, potrebbero essere ridotti e di conseguenza sarebbe ridotta anche la produzione di estrogeni a livello periferico. È quindi probabile che quando queste donne arrivino alla menopausa, presentino i disturbi legati a bassi livelli di estrogeno, ma non parliamo dei livelli di estrogeno circolanti (che si abbassano per tutti), ma piuttosto dell’estrogeno che viene prodotto a livello periferico. Allora mi direte, perchè non fornire dall’esterno il precursore, il DHEA? E infatti sono disponibili delle creme che lo contengono. Il problema dell’aggiungere ciò che manca da fuori, è però sempre il solito, non si arriva alla causa, ma si tampona semplicemente.

La causa la si trova individuando cosa contribuisce alla riduzione nella produzione di DHEA: lo stress, la dieta, lo stile di vita etc, insomma tutti quei fattori che promuovono l’infiammazione cronica. A conferma di ciò, è stato dimostrato che i livelli di DHEA sono più bassi in persone con malattie croniche infiammatorie.

Non ci sorprendiamo neanche che  la perimenopausa sia stata chiaramente associata all’ aumento dell’infiammazione cronica sistemica, e che addirittura venga considerata in quanto tale un processo patologico di tipo infiammatorio. E allora mi domando:  è la perimenopausa in sé causa dell’infiammazione oppure  lo stile di vita condotto fino a quel momento? Non c'è dubbio che la menopausa funzioni come una strettoia,  mettendo  in evidenza tutti i problemi con i quali non abbiamo fatto i conti nel passato.

La medicina Ayurveda ha una visione più in linea con quest’ultima ipotesi, in quanto considera la menopausa come una transizione e non come una malattia. Se però si arriva a questa transizione in uno stato in cui uno o più dosha  sono in eccesso o aggravati, come conseguenze dello stile di vita, la menopausa si presenterà con una serie di i disturbi, ascrivibili proprio all'accumulo del dosha in questione. I dosha sono  tre potenti forze sottostanti della natura che governano la mente e il corpo,  note come Vata, Pitta e Kapha. Ogni dosha regola diverse funzioni: Vata rappresenta gli elementi dell'aria e dell'etere e controlla tutte le forme di movimento nel nostro corpo, compresa la circolazione del sangue,  la respirazione e il sistema nervoso; Pitta rappresenta il fuoco e l'acqua e governa il metabolismo; Kapha rappresenta la terra e l'acqua, e governa strutture come i tessuti e le ossa.

Da un punto di vista dei dosha, la menopausa è considerata la transizione dalla fase Pitta della vita alla fase Vata, ossia  da una fase di estroversione, in cui si hanno numerosi obiettivi (familiari e/o lavorativi) e si vogliono raggiungere risultati,  ad una fase in cui dovrebbe esserci una maggiore introspezione, per la quale sono richieste energie di tipo diverso. Se una donna ha già un significativo squilibrio Pitta o Vata negli anni prima della menopausa, è probabile che le cose peggiorino  durante la menopausa e che si manifestino dei disturbi, legati appunto all’accumulo di uno o più dosha, come illustrato in queste immagini. 

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L’approccio terapeutico dell’ayurveda è un approccio olistico integrato, che ha il fine di riportare i dosha in equilibrio. In casi estremi, in cui ci sono alti livelli di tossicità (accumulo di ama, o infiammazione cronica), è necessario fare un processo di detossificazione completa, chiamata Panchakarma. In altri casi, si può partire da un processo di detossificazione casalingo, che dovrebbe essere comunque seguito da un insieme di cambiamenti del proprio stile di vita, che includano la dieta, il controllo del ritmo del sonno,  nonché Yoga e meditazione, per tenere al minimo lo stato di stress. 

La buona notizia quindi  è che la sofferenza in menopausa non è inevitabile, e che è possibile rendere questa transizione più facile e leggera, tuttavia  questo richiede da parte nostra lo sforzo, spesso non indifferente,  di cambiare il modo in cui abbiamo vissuto fino ad ora. 

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Referenze

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An Ayurvedic Guide to Menopause









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