Quale sistema operativo sta usando il tuo sistema nervoso?

Gli ultimi tre giorni sono stati particolarmente difficili per me. 

Solo a posteriori ho realizzato che un evento recente avesse fatto da trigger, facendomi ripiombare in uno stato di malessere a me ben noto, caratterizzato da uno stato ansioso, semi-dissociativo  e soprattutto da un’attitudine di pensiero negativo. 

Grazie agli anni di pratica Yoga, ho saputo osservare questo stato, senza esserne completamente travolta, però allo stesso tempo mi sono trovata al momento incapace di comprendere perché il mio pensiero da chiaro e razionale si fosse trasformato in negativo e catastrofico, e l’umore generale fosse di angoscia, tristezza e anche un pò di disperazione, accompagnato da una sensazione di un pericolo imminente. 

Ero praticamente immersa esattamente nelle sensazioni, emozioni e pensieri che ho avuto in un particolare periodo della mia vita, quando la mia ansia ha raggiunto il suo picco con lunghi episodi di insonnia, e ho quindi cominciato a sospettare che l’evento trigger avesse riattivato la mia tipica risposta da stress, quando la minaccia è percepita come estremamente pericolosa, che é quella del collasso, o dello shut down. 

Nel ritrovarmi dentro questa risposta, ho realizzato con estrema luciditá che  in quel momento il mio organismo fosse  rimasto bloccato all’interno di un sistema operativo, che risultava  inadatto alle circostanze attuali di assenza di minaccia. 

Il vero problema nel rimanere bloccati in una risposta da stress, è che si ha accesso ad una gamma limitata di emozioni/pensieri e azioni, che sono sicuramente funzionali nel momento di grave pericolo e minaccia (è importante sentirsi disperati,  dissociarsi dal dolore quando la minaccia  ci mette in pericolo di vita), ma  sono estremamente limitanti e inadatti in altre circostanze. 

Ieri pomeriggio, quasi come gesto intuitivo, mi sono seduta sul divano e ho iniziato a fare una scansione del mio corpo, con l’intento di ritornare ad uno stato di grounding. Un paio di minuti dopo, ho sentito come uno switch interno, e mi sono accorta di esser tornata al sistema operativo di sempre, quello del vago ventrale, uno stato neuronale in cui si ha accesso al pensiero logico e razionale, in cui ci si sente ancorati al presente, e la disperazione cede il passo alla speranza. È stata una sensazione come di ritornare a casa, ritornare ad essere me stessa, da uno stato di semi-dissociazione, sono tornata ad uno stato di integrazione.

Questa esperienza ha ribadito in me l’importanza di essere in grado di riconoscere quale sia il sistema operativo principale che stia regolando il nostro organismo  in un dato momento e anche quanto sia essenziale avere a disposizione strumenti che ci consentano di tornare al sistema operativo più avanzato,  quello del vago ventrale.

Ho deciso quindi di dedicare questo blog alla illustrazione delle piattaforme neuronali che controllano le nostre emozioni, pensieri e comportamenti,  e che possiamo immaginare funzionare proprio come dei veri e propri sistemi operativi. 

Ho giá parlato di queste piattaforme in altri blogs sulla teoria polivagale. Oggi ve ne parlo di nuovo, sotto questa nuova luce, emersa dalla mia esperienza personale. 

Come per i computers, anche l’essere umano funziona utilizzando dei sistemi operativi, alcuni dei quali sono più primitivi ed altri sono più avanzati, o updated.

Se immaginiamo che il nostro cervello sia come l’hard disk, i sistemi operativi sono le piattaforme neuronali che vengono utilizzate per il funzionamento generale in un dato momento.

Ogni piattaforma neuronale  è attivata da un particolare set di stimoli e si associa ad un particolare stato fisico, emotivo e mentale. 

Quando funzioniamo sotto un certo sistema operativo o piattaforma neuronale, siamo limitati nella nostra espressione, in quanto abbiamo accesso ad una gamma limitata di pensieri, sensazioni, emozioni, e azioni che ne conseguono. Per poter ampliare la gamma di possibilità di espressione, è necessario utilizzare un sistema operativo diverso.

I sistemi operativi dell’organismo umano sono sostanzialmente tre, ma esiste anche la possibilitá che un paio di sistemi  operativi funzionino allo stesso tempo, dando luogo a stati misti.

Il sistema operativo o piattaforma neuronale più avanzato, nonché  quello filogeneticamente più recente, è il sistema del vago ventrale, il nervo principale del sistema nervoso parasimpatico (una branca del sistema nervoso autonomo).

Quando la nostra tecnologia è operata dalla porzione anteriore del nervo vago, siamo nello stato fisiologico più congeniale al nostro benessere psico-fisico e alla  espressione più completa delle potenzialità umane. 

Questo sistema operativo viene chiamato “safe and social”, sicuro e sociale, perché è attivo solo quando ci sentiamo al sicuro, e il nostro sistema non percepisce nessun tipo di minaccia che venga dall’esterno o dall’interno. 

Quando il  sistema del vago ventrale  è online, abbiamo la possibilità di interagire socialmente con altre persone e di esprimere le qualità più elevate dell’essere umano, quali la gentilezza, l’empatia, la compassione, il conforto, la gratitudine. Il nostro umore è positivo, il corpo è rilassato, il mondo ci appare in tutta la sua bellezza, e il futuro è ricco di possibilità.

Non appena il nostro sistema percepisce una qualsiasi forma di minaccia, che potremmo chiamare stressor, all’inizio prova ad utilizzare il sistema operativo funzionante, ossia il vago ventrale, o coinvolgimento sociale,  per trovare una potenziale risoluzione alla minaccia. Un modo in cui il coinvolgimento sociale può aiutarci a risolvere una minaccia è quello di ricorrere all’aiuto dei propri simili, per superare situazioni stressanti, risposta che soprattutto nel passato, era essenziale per la sopravvivenza.

Il coinvolgimento sociale, in modalità di difesa, può anche assumere l’aspetto della mediazione, la negoziazione, la conversazione al fine di risolvere un conflitto, un litigio, un’aggressione.  

Un aspetto importante di questo sistema del coinvolgimento sociale, è che è possibile essere influenzati dallo stato fisiologico di un’’altra persona, attraverso la cosiddetta co-regolazione.  E` possibile co-regolarsi quando siamo in presenza di una persona che ha le qualità dell’ ingaggio sociale ( social engagement), ossia un senso di calma, tranquillità, spesso espressa attraverso il tono e la qualità della voce, ma anche l’espressione del viso.

Non appena il nostro sistema realizza, in maniera del tutto inconscia, che il sistema operativo in atto non è adeguato per affrontare la minaccia, ecco che avviene lo shift, il passaggio al sistema operativo che sta un gradino più in basso, che ha un repertorio diverso di pensieri/emozioni/azioni, più adeguato a fronteggiare la situazione del momento. 


Il sistema operativo che sta un gradino in giù  è la piattaforma neuronale del sistema nervoso simpatico, responsabile della cosiddetta risposta del combatti o fuggi (Fight or flight).

 Quando il nostro organismo funziona sotto questo sitema operativo, l’obiettivo principale è di fuggire o fronteggiare il pericolo. Per entrambe le situazioni, è necessario che l’organismo abbia energie sufficienti  alla mobilizzazione e che il sangue arrivi con facilitá alle estremità (gambe per fuggire, mani per colpire). Questo stato è quindi caratterizzato da un certo livello di agitazione e mobilizzazione, aumento del battito cardiaco, del ritmo respiratorio, sudorazione e attenzione focalizzata al pericolo.  Allo stesso tempo, il sangue viene allontanato dagli organi digestivi, sessuali e dalla pelle (si riduce il sanguinamento in caso di ferite, la pelle è pallida e fredda di sudore).

Emotivamente, le tipiche risposte sono quelle della paura nel casdo della fuga e della rabbia nel caso dell’attacco. Entrambe le emozioni sono funzionali ad attivare la mobilizzazione richiesta, fuga o attacco. I pensieri possono alternativamente focalizzarsi sull’aggressione e criticismo o sulla preoccupazione e posticipazione.

Quando il pericolo viene percepito come superato, teoricamente dovrebbe attivarsi  il sistema nervoso parasimpatico ed il suo effetto calmante  sostituirsi a quello stimolante dell’ortosimpatico.


Se anche la risposta del combatti e fuggi non è sufficiente, e questo di solito accade in situazioni percepite essere  talmente gravi da mettere in pericolo di vita,  il sistema operativo del sistema nervoso simpatico cede il passo al sistema operativo filogeneticamente più antico, che è quello della piattaforma neuronale del vago dorsale. 


Questo sistema, che in condizioni di sicurezza controlla le funzioni di tutti gli organi sotto l’addome, quando attivato in risposta ad un pericolo di vita, mette in moto una risposta che è  chiamata dello shut down (collasso o chiusura). 
Questo collasso, nella sua versione estrema,  è caratterizzato da uno stato di prostrazione, in cui i muscoli sono flaccidi,  lo sguardo è perso nel vuoto, il cuore è bradicardico. Il corpo entra in uno stato metabolico rallentato. Questo stato si accompagna ad un senso di confusione o ottundimento mentale, alla perdita del senso di controllo e a volte a dissociazione.  Le emozioni sottostanti sono tristezza, disgusto, imbarazzo e terrore. 

 Esiste anche uno  stato ibrido denominato stato di freezing, che si colloca su una linea di confine quando, in presenza di una minaccia costante, la reazione dorsovagale si sovrappone a quella del sistema nervoso simpatico. Il sistema, che era in piena mobilizzazione, viene improvvisamente bloccato, congelato. È  un blocco vigile, caratterizzato da completa cessazione del movimento ad eccezione della respirazione e dei movimenti oculari, frequenza cardiaca sostenuta, muscoli rigidi e tesi, acutezza sensoriale. 


Sebbene il sistema simpatico e il vago dorsale dovrebbero essere attivati solo in condizioni di minaccia o addirittura pericolo di vita, quello che succede per molti di noi è che nella vita di tutti i giorni si abbia  una preferenza ad utilizzare un sistema piuttosto che un altro, spesso anche in assenza di minaccia apparente, verosimilmente come risultato di eventi del passato, più o meno traumatici, in cui si è spesso ricorsi all’utilizzo di quella piattaforma neuronale. 


Allora, poniamoci la domanda, quale è il  sistema operativo che funziona maggiormente nel nostro corpo  durante la giornata? 

Eccovi le caratteristiche emotive, fisiche, e comportamentali, che si associano ad ogni piattaforma neuronale.

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Lo shift per passare da un sistema all’ altro è difficile farlo con tecniche cognitive, ma richiede piuttosto un approccio bottom-up, ossia partendo dal corpo.

Se scopriamo di essere bloccati nella risposta combatti e fuggi o di collasso/shut down/ congelamento, è importante imparare delle tecniche che ci riportino allo stato del vago ventrale, quali ad esempio tecniche di  di grounding, di cui vi parlerò in un prossimo blog.




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